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La camera da letto contemporanea | Silvestri architettura | Roberto Silvestri Architetto | Chromatic style

La camera da letto contemporanea

Linee contemporanee per una casa calda, una casa accogliente - architetto Roberto Silvestri

La camera da letto contemporanea

 

Luogo dell’intimità per eccellenza, la camera da letto costituisce uno dei pochi spazi che ha subito un notevole sviluppo all’interno della casa: si tratta cioè di un luogo che ha intrapreso un processo di mutamento rispetto alle sue sembianze del passato. Ovviamente la velocità della sua evoluzione non raggiunge quella di ambienti di servizio come bagno e cucina, nei quali l’intervento della tecnologia gioca un ruolo da protagonista e quindi “costringe” in qualche modo a rivederne le forme e dimensioni. Tuttavia, all’interno di una pressoché immutabilità eterna degli altri spazi della casa, sempre concettualmente uguali a se stessi da centinaia di anni (se si escludono gli adeguamenti al gusto estetico vigente), la camera da letto sembra oggi trovare una nuova vitalità, un desiderio di differenziarsi dal passato per creare una propria personalità strettamente legata ad abitudini di vita contemporanee.

E questo non avviene in autonomia rispetto ad altri spazi, al contrario è proprio grazie all’integrazione con altri ambienti della casa che la camera da letto modifica la propria immagine e, di conseguenza, il modo in cui viene utilizzata e vissuta.

Un progetto che parte dalla cucina, Roberto Silvestri Architetto

Il primo di questi ambienti “limitrofi” che si integrano con la parte più privata della casa è la cosiddetta “cabina armadi”. In ogni situazione in cui ci sia spazio sufficiente, o semplicemente laddove sia possibile ricavare un piccolo spazio atto a questo scopo, non esistono più dubbi: i tradizionali armadi più o meno decorati, più o meno preziosi, testimoni di accurate lavorazioni di sapienti artigiani, a volte tramandati dai genitori o addirittura dai nonni come quello di questa nostra casa a Genova, vengono abbandonati per isolare, all’interno di uno spazio interamente dedicato a questo, gli abiti e i vestiti, i cappotti e gli indumenti intimi, i cappelli e a volte anche le scarpe. Solo poche decine di anni fa questo ambiente era presente solo in case di grandissime dimensioni, in luoghi in cui l’abbondanza dello spazio consentiva di trasformare quella che sarebbe stata solo una camera in più in un vero e proprio guardaroba.

Ma la “cabina armadi” di oggi è cosa diversa. Viene ricavata con dimensioni anche minime, a volte piccolissime, spesso è capace di contenere molti meno indumenti che 9 settimane e 1/2un tradizionale armadio di fronte al letto, ma soddisfa il sentimento edonistico di sentirsi circondati dai propri abiti al momento della scelta, di sentirsi avvolti da oggetti oramai di culto che tutti i giorni indossiamo. Un ruolo fondamentale in questa evoluzione è stato svolto da un certo tipo di cinema, non tanto nella proposizione dell’ambiente “cabina armadi”, che avrebbe creato non pochi problemi di ripresa, quanto nella creazione del gusto per la scelta, del desiderio di avere di fronte a se tutte le proprie cose per immaginare abbinamenti, combinazioni adatte alla serata che stiamo per trascorrere.

Chi non ricorda Richard Gere che sceglie abito e cravatta prima di una serata importante in American Gigolò;, oppure Kim Basinger che scorre gli innumerevoli abiti di Micky Rourke in , o più recentemente le scene de Il Diavolo Veste Prada! Sono proprio quelli gli anni in cui inizia a svilupparsi questo nuovo desiderio: gli anni ottanta, dopo naturalmente il più straordinario esempio in Via col Vento… (e se ne volete vedere altre: eccole!)

Una casa per una coppia di appassionati di interior design.

Il secondo ambiente diventato protagonista del microcosmo privato all’interno della casa è il bagno esclusivo, o bagno padronale come spesso viene chiamato. Anche questo ambiente si è evoluto rispetto al passato, integrandosi progressivamente con la camera vera e propria, a volte anche in modo sfacciato come in questo appartamento. Fino a poche decine di anni fa, nei pochi casi in cui era presente un bagno riservato solo alla camera c’era sempre una netta separazione tra i due spazi: il servizio igienico stava indiscutibilmente oltre una porta che lo isolava totalmente. Oggi è diverso. Grazie all’aumentata confidenza e intimità all’interno della coppia, i due ambienti interagiscono e si preferisce lasciare solo poche funzioni fisiologiche nascoste dietro una porta, mentre le normali operazioni igieniche possono tranquillamente essere esposte al proprio partner. Anche in questo caso il cinema ha avuto un ruolo. Tutti ricordiamo le lunghe gambe di Julia Roberts che, in un mare di schiuma, abbracciano il solito Richard Gere nella vasca da bagno confinante con la camera in Pretty woman o, per cambiare genere, Al Pacino che, guardando la televisione, parla con i suoi subalterni facendo il bagno nella maxiconchiglia in mezzo alla casa in Scarface. La vasca da bagno o la doccia diventano così elementi di arredo dell’insieme camera-bagno-cabina armadi, come il lavabo (o meglio rigorosamente la coppia di lavabi) diventano parte integrante della camera da letto del terzo millennio, come in questa casa dalla quale è tratta la prossima immagine.

Ristrutturare una casa con spazi fluenti, Roberto Silvestri Architetto

Da tutto questo nasce un nuovo ambiente, del tutto sconosciuto nelle case di pochi decenni orsono, in cui si fondono tre spazi tradizionalmente distinti. La nuova “master bedroom”, per dirla all’inglese, diventa uno spazio articolato e dinamico, in cui non troviamo più letto, comò e armadio, ma nicchie con lavabi preziosi, vetri che lasciano intravvedere la doccia retrostante, rialzi che danno spazio alla vasca da bagno privata direttamente connessa con la stanza dei vestiti. Un’evoluzione interessante quindi, sia per chi come noi si occupa di progettarla “su misura” per chi andrà ad abitarla, sia per coloro che, grazie a questo ambiente stimolante ed ergonomico, avranno la gioia di non utilizzare la camera da letto solamente come un mero dormitorio.

La casa di Marco Armiliato a genova progettata da Roberto Silvestri.


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